Ebbene sì, incredibilmente, in questo periodo di lavoro sono riuscito a trovare il tempo di scrivere un altro articolo per il blog e, stavolta, l’argomento è la mostra fotografica conclusasi da poco e esposta nel bar GeloSia di Avellino e che, grazie al titolare Enzo, ci ha permesso di essere: pensata, sviluppata, creata e realizzata.
Pensata
Proprio qui sta il punto. Una mostra fotografica non può essere sempre pensata indipendentemente dal luogo dove è esposta. Il luogo segna la mostra, la influenza e viceversa. Le luci, i colori, la forma delle stanza (se ci sono le pareti, a volte può essere esposta all’aria aperta) e gli odori dei luoghi modificano e influenzano fortemente ciò che esporremo, contaminandosi tra loro. Non meno importanti sono altri fattori: il formato in cui svilupperemo e su quale supporto lo stamperemo, la tecnica di stampa, come queste variabili influiscono tra loro è con quelle che ho pre-elencato, certo è che farsi consigliare dallo stampatore può essere una strategia vincente, permettergli di esprimere le capacità del proprio laboratorio di stampa lo renderà fiero, e molto spesso coinciderà con i vostri gusti, a volte sorprendendovi, a volte semplicemente venendo incontro ai propri gusti (non è poco).
Sviluppata
Dopo aver trovato la tematica, abbiamo deciso di sviluppare le foto in bianco e nero, ma avevamo l’esigenza di non far morire la mostra dopo la semplice visione e permettergli di continuare a “vivere” attraverso una nuova attività che avevamo deciso di presentare a 4 giorni dalla fine della mostra: l’esposizione di una nuova e quinta foto (le foto in principio, ad inizio mostra, erano 4). Ci siamo così inventati la possibilità (o la “scusa” se volete) di tornare a vederla, aggiungendo, appunto, una foto, ma stavolta a colori (le prime 4 foto erano in bianco e nero con un viraggio leggermente rosso).
Creata
L’idea migliore però l’abbiamo avuta quando abbiamo deciso di usare il buon vecchio supporto di carta, più costoso del classico espositore in plastica o metallo che si usa spesso alle mostre, ma anche più “romantico” e tradizionale (essendo la nostra prima mostra abbiamo pensato di aggrapparci al tradizionale per essere meglio supportati e non cadere nell’hipster che tanto odiamo o nella ricerca insensata di novità e/o modernità). Inoltre per evitare che le foto “imbarcassero” nonostante la grammatura e la qualità del supporto le abbiamo affisse a dei quadri di pvc bianco su cui abbiamo incollato le descrizioni per non togliere spazio ai protagonisti (le foto).
Realizzata
Ricordo ancora il primo giorno in cui le abbiamo appese, utile e molto bello è stato il filo in argento e acciaio che abbiamo usato per appenderle, i gancini per bloccarle e poter trovare, così, l’equilibrio giusto per non appenderle oblique o peggio ancora “storte”. Inoltre abbiamo pensato di accarezzare lo spettatore inventano una descrizione-storia per ognuna delle foto esposte, tranne che per quella a colori, perchè abbiamo pensato che allo spettatore potesse far piacere immaginarsela. Un buon treppiede in legno, da pittore, e la stampa che avvisava l’esposizione di una foto dopo il 14 Agosto con l’invito a tornare hanno fatto il resto creando una bella atmosfera in un contrasto di colori che ci è piaciuto (c’era anche mio fratello e le rispettive compagne) e ha creato l’occasione per permettere al pubblico di ri-tornare. Per concludere e salutare gli spettatori un buon quaderno con copertina rigida adagiato su un tavolo che li invitasse a firmare ed esprimere le proprie impressioni e lasciare,così, un messaggio o un saluto.
Eccovi le foto della mostra, le descrizioni non ci sono, prerogativa solo di chi ha alzato il culetto per andarle a vedere, ma comunque in ordine di presentazione al pubblico.